Sull’inserto domenicale del
quotidiano economico finanziario la recensione di Michela Daghini, inviata
della RSI (Radio Televisione Svizzera), circa il debutto della 69enne attrice
americana all’English National Opera in Londra nel musical noir di Andrei Lloyd
Webber, offre lo spunto per alcune note in merito alle donne single (per
diverse cause) over 60, le ventenni del Secolo trascorso.
> Premesse
1. Si tratta di donne per lo
più “invisibili”.
2. Non le si lega in linea
generale alla figura stereotipata della “nonna”, pur in presenza di eventuale
prole nata in costanza di un rapporto concluso.
3. Molto probabilmente queste
figure di donna rappresentano i due punti antitetici della società odierna: da
una elevata esposizione al rischio povertà ad uno status socio-economico
medio-alto (laureate, ex-docenti, funzionarie di enti pubblici e di società
private, professioni intellettuali…). Le donne del secondo cluster stanno diventando sempre più influenti nel tessuto sociale
(politica, giustizia, lavoro).
4. Per loro molto probabilmente
l’evento fisiologico della menopausa in linea generale non è stato vissuto come
una sorta di divaricazione dalla sessualità.
5. Ciò non toglie che
difficilmente comunque la donna in parola viene associata dall’opinione pubblica
a temi legati alla sessualità. Tendenzialmente ella rappresenta una fetta
esigua della percentuale già contenuta, il 18%, di un campione di persone con
età media di 76 anni (minima 61 – massima 91) che dichiara di vivere esperienze
sessuali genitali e non durante l’anno.
> Percezioni
6. Una certa aliquota di donne
in questione raggiunte posizioni equilibrate, si impongono sempre più rispetto
agli uomini nei campi della cultura, della politica, del volontariato attivo,
nell’associazionismo a 360 gradi. Un appagamento sociale che maschera talvolta
forme di solitudine sentimentale e sessuale.
7. Un’altra aliquota di donne
singole over 60, pur detenendo le condizioni “favorevoli” di cui al punto sopra
(salute compresa), si ripiega su se stessa, in una sorta di spleen baudelairiano incomprensibile
dall’esterno.
8. Se le prime cavalcano la
vita sempre tese in proiezione del domani, per le seconde è “normale” farsi
cavalcare dalle piccole e ripetitive cose della “quotidianità” della vita,
rassegnandosi passivamente ad una sorta di disagio esistenziale al motto del
“mal comune mezzo gaudio”.
9. Per entrambi le fattispecie,
pur su fronti diversi, una ricerca di una dimensione sessuale allo stadio di
pre-sessualità potrebbe (il condizionale è d’obbligo) risultare relativamente
conciliante, considerate le tre funzioni non genitali della stessa:
identificativa, relazionale ed edonistica (Professor Antonio Imbasciati – Università
degli Studi di Brescia).
> Modello
10. Una dimensione pre-sessuale (intesa come
attività no-genitale) quale il necking / petting molto probabilmente
meriterebbe di essere assunta allora quale modello di una affettività nell’età
agée fatta anche di coccole, di carezze, di delicate vellicazioni delle ghiandole
mammarie, di baci ripetuti. Di quelle piccole interiorità, profondità che la
sensualità intrinseca delle donne in parola rendono inarrivabili per le femmine
più giovani. Questioni anagrafiche, contro le quali nulla si può. Un modello in
grado di smarcarsi dalla sessualità sempre più confusa con l’esercizio ginnico pornografico
all’insegna di prestazionismo muscolare ed estetica. Una connessione emozionale
fra persone che gustano i piaceri dell’intimità in modo consapevole, e non
obnubilato da una deriva pornografizzata della sessualità a base di fisicità ed
acrobazie di altissimo profilo atletico-sportivo.
___
Nessun commento:
Posta un commento