La attuale legislazione comunitaria non sembra
prevedere distribuzione di fondi strutturali per la realizzazione e/o la
ristrutturazione di impiantistica sportiva “pura”, slegata cioè da un contesto
ricettivo turistico (es. il green più hotel), né tanto meno di risorse in
materia di organizzazione di eventi sportivi che non siano in atto in
contemporanea in più Stati membri dell’ Unione Europea. In assenza di tali
sussidi da Bruxelles, nei prossimi 20 anni un distretto metropolitano della
Unione Europea (fronte occidentale), mediamente indebitato, sarà in grado di
ospitare da solo una edizione estiva dei Giochi Olimpici?
Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) ha
decretato come linea guida per l’organizzazione dei Giochi Olimpici il
principio che possiamo definire del “quanto basta”, in contrapposizione
all’elefantìasi che ha caratterizzato diverse ultime edizioni. Tuttavia la
capitale di uno Stato che vive gli eventi in parola come una continua forma
“per riscattarsi” agli occhi del Mondo, saprà auto-limitarsi,
auto-responsabilizzarsi?
In ultima analisi, quale altro evento
urbanistico “rivoluzionario” alternativo ai G.O. in Roma potrebbe comunque catturare
l’attenzione planetaria? Ammesso che sia fattibile, concentrarsi in pieno sulla
ferrovia metropolitana in costruzione con l’obiettivo che la “Città Eterna”, da
alcuni ingressi ad alta concentrazione di CO2 (p.es. Fiumicino) sarà raggiungibile
in alternativa solo con mezzi a motore elettrico (tranne quelli legati a
servizi di soccorso e di sicurezza) non potrebbe essere un interessante e
salutare esempio?
Nessun commento:
Posta un commento