domenica 19 giugno 2016

L’UOMO MIGRANTE (“LA LETTURA” CORSERA – 05-6-2016) La prima espansione “fuori dall’Africa”, la rapida diffusione di Homo sapiens, i grandi movimenti di oggi – Sin dalle sue origini la nostra specie tende a spostarsi – La spingono, ieri come oggi, la demografia e il bisogno





Si è parlato di immigrazione nelle trascorse ore in Biella.

Non si possono conoscere tutti gli argomenti di questo Mondo. In diversi casi nella partecipazione a breve ad un momento pubblico di riflessione, per esempio circa il suddetto tema, si può fare ricorso ai numeri, accettando i loro limiti. Ed auspicando nella loro veridicità.

Vi sono due cifre che sono spesso rese pubbliche dai mezzi di informazione da molti anni a questa parte: quelle degli immigrati che dal 1° Gennaio hanno, o non hanno, raggiunto le coste europee.

Ve ne sono altre. Le loro fonti sono istituzionali:  il Regolamento n. 516 del 16 Aprile 2014 del Parlamento Europeo, ed il Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia (Ottobre 2015) del  Ministero dell’Interno.

Non temete uno stordimento da abbuffata di numeri. Sono pochi, ottenuti incrociando i documenti sopra-citati, e raffrontati (anche con alcune notizie di cronaca), per farsi un’idea più possibile compiuta.

Sono tre:

1) l’Unione Europea ragiona per i programmi di intervento finanziari (mutui o contributi a fondo perduto) di sette anni in sette anni: per il periodo 2014-2020 a favore dei 28 Paesi membri verranno impegnati per “Diritto di asilo, migrazione e Fondo per l’integrazione” 3miliardi e 137milioni di euri. Sono tanti? Sono pochi? Scritto che gli interventi per emergenze sono esclusi, possiamo confrontarli con: a) l’impegno continentale sul fronte turco di 6miliardi di euri entro il 2018; b) lo stanziamento di circa 18miliardi all’anno fino al 2020 calcolato dal Ministero delle Finanze germanico per l’inserimento nella prossima Legge Finanziaria tedesca;

2) in Italia le entrate fiscali (iva, irpef ed addizionali, irap …) e previdenziali (inps, casse private …) relative all’anno 2012 imputabili a lavoratrici e lavoratori non italiani integrati e residenti ammontavano a 16,5miliardi di euri. Difficile dimensionarli. Alcuni dati a corollario: il gettito medio annuo della sola imposta Irpef con addizionali è di circa 152miliardi di euri; in questi ultimi anni il 43% dei settori commercio/servizi bar e ristorazione, il 90% della cosiddetta terza classe operaia (settori logistica/facchinaggio) e l’80% del settore servizi per le esigenze domestiche e famigliari sono forza lavoro non italiana integrata;

3) nel 2015 la popolazione del Continente Africano contava 1,2miliardi di persone; si stima che fra circa trenta anni, nel 2050, salirà a 2,5miliardi. Oltre a quello attuale, il numero di posti di lavoro da creare in Africa è calcolato in 800/900 milioni. E’ una cifra considerevole? O no? Due le cose certe: a) gli operatori economici della Repubblica Cinese sono numerosissimi nel Continente Africano e sono molto attivi; b) man mano che cresce il tenore di vita dell’Africa deve decrescere quello dell’Occidente.

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