Quelle di Michèle Anne De May e
del collega danzatore Gregory Grosjean, che eseguono piroette, s’intrecciano e
si lasciano scivolando sulla sabbia di due tavoli della scena e a vista
pubblico del teatro: si tratta della Nano-Danses, danze di sole mani inventate
da Jaco Van Dormael, regista belga che le ha filmate anche nella sua pellicola
“Dio esiste e vive Bruxelles”.
Se Dio abita in Bruxelles, nel
cuore politico dell’Europa Occidentale, di certo si può affermare che viceversa
da tempo il pattinaggio di figura (pattinaggio artistico e danza su ghiaccio)
ha traslocato fuori dal Vecchio Continente.
I costi energetici della
produzione e della conservazione delle superfici ghiacciate delle strutture
sono significativi per le società gerenti, che sono costrette ad applicare in
linea generale delle politiche tariffarie elevate per il noleggio delle ore
ghiaccio da parte dell’utenza. Morale? Praticare in prospettiva di una carriera
il pattinaggio di figura diventa così proibitivo in Europa Occidentale. Senza
contare la produzione significativa di CO2: l’energia elettrica per la
refrigerazione è ottenuta infatti attraverso l’impiego di energia fossile.
Non è un caso allora che, salvo
rare eccezioni, da svariati anni difficilmente pattinatrici e pattinatori
europei occidentali riescono a raggiungere i gradini più alti dei podi mondiali
ed olimpionici invernali.
Molto probabilmente soltanto
l’impiego di energie rinnovabili nella produzione del ghiaccio potrà
risollevare il movimento continentale del pattinaggio di figura.
Una sorta di decadenza che si
riflette anche a livello di geopolitica sportiva: se è vero infatti che il
governo mondiale del pattinaggio di figura uscito dall’appuntamento elettorale del
trascorso 10 Giugno in Dubrovnik (Croazia) annovera due rappresentanti europei
su cinque membri, è altrettanto vero che i loro Paesi natali, Finlandia e
soprattutto Spagna, forse non si possono ascrivere nel gotha di questo sport.
___
Nessun commento:
Posta un commento