mercoledì 22 giugno 2016

PATTINARE CON LE DITA (IL SOLE 24ORE 5-6-2016)




Quelle di Michèle Anne De May e del collega danzatore Gregory Grosjean, che eseguono piroette, s’intrecciano e si lasciano scivolando sulla sabbia di due tavoli della scena e a vista pubblico del teatro: si tratta della Nano-Danses, danze di sole mani inventate da Jaco Van Dormael, regista belga che le ha filmate anche nella sua pellicola “Dio esiste e vive Bruxelles”.

Se Dio abita in Bruxelles, nel cuore politico dell’Europa Occidentale, di certo si può affermare che viceversa da tempo il pattinaggio di figura (pattinaggio artistico e danza su ghiaccio) ha traslocato fuori dal Vecchio Continente.

I costi energetici della produzione e della conservazione delle superfici ghiacciate delle strutture sono significativi per le società gerenti, che sono costrette ad applicare in linea generale delle politiche tariffarie elevate per il noleggio delle ore ghiaccio da parte dell’utenza. Morale? Praticare in prospettiva di una carriera il pattinaggio di figura diventa così proibitivo in Europa Occidentale. Senza contare la produzione significativa di CO2: l’energia elettrica per la refrigerazione è ottenuta infatti attraverso l’impiego di energia fossile.

Non è un caso allora che, salvo rare eccezioni, da svariati anni difficilmente pattinatrici e pattinatori europei occidentali riescono a raggiungere i gradini più alti dei podi mondiali ed olimpionici invernali.

Molto probabilmente soltanto l’impiego di energie rinnovabili nella produzione del ghiaccio potrà risollevare il movimento continentale del pattinaggio di figura.

Una sorta di decadenza che si riflette anche a livello di geopolitica sportiva: se è vero infatti che il governo mondiale del pattinaggio di figura uscito dall’appuntamento elettorale del trascorso 10 Giugno in Dubrovnik (Croazia) annovera due rappresentanti europei su cinque membri, è altrettanto vero che i loro Paesi natali, Finlandia e soprattutto Spagna, forse non si possono ascrivere nel gotha di questo sport.

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