La moneta complementare all’euro. Da una
parte parlarne in occasione dell’appuntamento elettorale per la guida della
capitale italiana forse è un bene. Tuttavia bruciare l’argomento è forse male.
1) Perché, appreso il meccanismo, è vero che il
primo pensiero d’istinto va al termine “baratto”, ma un baratto sui generis:
a) se è vero che tutti i beni ed i servizi
sono “valorizzati” in una moneta di conto (parte in euro, e parte in sardex, in
tibex, in piemex …) e fatturati;
b) se è vero che il perfezionamento di ogni
singola operazione, nel compensare in modo automatico sotto l’aspetto
amministrativo la posizione (creditoria) del cedente e quella (debitoria) del cessionario, genera
in via sistematica in capo al primo il diritto-dovere di indebitarsi verso il
sistema della moneta complementare, ed in capo al secondo il diritto-dovere di
fare credito al sistema stesso. Entrambi le parti acquisiscono il
diritto-dovere di fare girare l’ “economia reale” (produzione e scambio di beni
e servizi extra-finanziari). E ciò è un fatto positivo, conciliando le esigenze
dell’ambiente.
2) Perché il meccanismo, congegnato 82 anni
addietro in Zurigo, caratterizza, con fasi alterne, la vita economica della
Confederazione Svizzera che, sebbene nata nel 1291 (quale immensa fortuna!),
difficilmente può essere considerata una comunità medievale.
3) Perché il meccanismo, una volta studiato
ed approfondito, sarebbe opportuno che venisse adottato anche dagli enti
pubblici che svolgono attività commerciali (muniti quindi di partita iva come
la Municipalità di Roma), magari proprio per affrontare in situazioni di
liquidità precaria per esempio l’emergenza delle ormai celeberrime “buche”
lungo le strade.
Come? Sviluppiamo un caso di scuola per
comprendere la tecnicità del procedimento.
Premesse:
·
ingresso del Comune di Roma sulla piattaforma
regionale della moneta complementare all’euro, il tibex, per affrontare la
copertura finanziaria dell’eccedenza dei costi di rifacimento del manto
stradale delle vie della Circoscrizione X;
·
ingresso delle associazioni sportive
dilettantistiche (Asd) clienti del Comune di Roma, in quanto noleggiatrici di
spazi per la pratica sportiva, sulla piattaforma della moneta complementare
all’euro regionale, il tibex;
·
ingresso sulla piattaforma laziale della
moneta complementare all’euro, il tibex, da parte dell’Associazione temporanea
di imprese edili (ATI) aggiudicataria del bando per la sistemazione del manto
stradale delle vie della Circoscrizione X;
·
ingresso delle aziende clienti delle Asd, in
quanto acquirenti di loro spazi promo-pubblicitari, nel circuito della moneta
complementare Tibex.
Scenario ipotizzabile:
> l’ATI imprese svolge i lavori
e fattura l’importo complessivo al Comune di Roma: poniamo per intenderci € 110
(€ 100 + iva 10%);
> il Comune di Roma
corrisponde in moneta euro all’ATI l’imponibile della fattura (l’iva non è più
corrisposta al fornitore per via del meccanismo dello split payment) fino alla
concorrenza della quota “liquidabile” in moneta di conto europea, per esempio €
75;
> il Comune di Roma, che noleggia
spazi per la pratica sportiva alle Asd, per la parte dell’imponibile della
fattura dei lavori della ATI non
“coperta” dalla moneta euro, pari ad € 25 (100 -75) + iva 22%, fattura i canoni di
noleggio alle Asd. Il Comune raggiunge l’equilibrio verso la piattaforma Tibex
a ZERO;
> le Asd, per
controbilanciare il debito verso il circuito Tibex, cedono per € 25 + iva 22% spazi
pubblicitari ad aziende della suddetta piattaforma e fatturano i corrispettivi
delle cessioni alle aziende della stessa. Le Asd raggiungono l’equilibrio verso
Tibex a ZERO;
> le aziende della piattaforma
Tibex a loro volta cederanno beni e servizi ad altre ditte del suddetto
circuito e fattureranno loro i corrispettivi delle operazioni per € 25 + iva,
raggiungendo così l’equilibrio verso Tibex a ZERO. E così via.
Appellare quale “baratto”
quanto sopra appare un po’ semplicistico. O no?
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