lunedì 11 luglio 2016

Génération Griezmann (LeMonde del 10 Luglio 2016)




Da diverse ore si è concluso il torneo continentale 2016 del calcio in Parigi.

Alcune note, forse non scontate, a commento.

1) Cambiamenti climatici. Molto probabilmente esistono degli studi sulle reazioni non ottimali (e sulle possibili conseguenze anche in termini di salute) di un motore umano che, seppure allenato e preparato, viene utilizzato in  condizioni climatiche particolari per circa un mese e mezzo. Le ondate di calore nel Mondo non sono prevedibili, ma è possibile ormai prevedere che certe aree geografiche, negli attuali periodi dell'anno, siano più facilmente oggetto di questi accadimenti. Il calcio è un'industria privata che deve distaccare degli operai specializzati in occasione di eventi di calcio pubblico sovente caratterizzati da condizioni di lavoro non facili. Sarebbe opportuno che pubblico (federazioni) e privato, insieme con le televisioni,  si mettessero intorno ad un tavolo per riflettere su queste tematiche. Tenendo presente anche che altre discipline sportive, dove in linea generale il pubblico prevale sul privato, ai fini promozionali puntano a fare sì che l'evento pubblico si svolga in condizioni favorevoli ai bioritmi delle/dei partecipanti. Anche sotto l'aspetto climatico.

2)
L'exubérance de la jeunesse était putain?
(L'esuberanza della gioventù DOM/TOM non è politicamente corretta?). Dietro quel Dimitri Payet, uno dei condottieri della "marcia trionfale transalpina" verso St.Denis, che lascia il campo di gioco di Parigi c'è anche la Francia delle istituzioni, dell'establishment, diciamo perbenista che, pur mettendo in discussione la vittoria, desidera dare un segnale che oltre certi limiti l'esuberanza giovanile DOM/TOM non è "politicamente corretta"? Oppure c'è il rimorso di un uomo "non più proprio giovane" che, minuto dopo minuto, prende coscienza del particolare contatto contro il capitano portoghese ?



3) Il rischio Argentina 1978. Facendo le debite proporzioni, Argentina e Francia hanno ospitato eventi internazionali di calcio in uno stato di malessere sociale e politico acuto. Ma almeno il calcio funziona, si può gridare al mondo vincendo la competizione. Facendo appello alla comprensione collettiva di tutti i soggetti partecipanti, se questo passa anche attraverso l'impiego della forza fisica in modo non proprio ortodosso. I calciatori dei Paesi Bassi lo compresero il 25 Giugno 1978; l'atleta Cristiano Ronaldo, i cui atteggiamenti possono piacere o meno, ieri notte. Sennonchè i tempi sono cambiati:
Jorge Rafael Videla Redondo, generale e dittatore di una Argentina in una epoca ante internet, non connessa con il mondo, poté “coprire” i fatti della notte di Buenos Aires di 39 anni addietro; François Hollande, presidente allo sbando di una Repubblica sull'orlo di una crisi di nervi, ultra-connessa al Mondo per ovvie questioni (le richieste di aiuto alle varie comunità internazionali per vivere insieme la questione Isil, quella dello stato sociale, del lavoro ...), probabilmente non ha potuto.

4) Continentali e mediterranei. Fino agli anni Ottanta diverse nazioni europee personalizzarono il modo di occupare (in senso statico ed in senso dinamico) il campo di giuoco con le proprie squadre. Scuole di pensiero differenti applicate sul rettangolo verde. Nel processo di omogeinizzazione mondiale del calcio in atto, per ora è ancòra percettibile nei reparti difensivi una flebile linea divisoria fra i Continentali (sistema nervoso verso fibre muscolari a contrazione lenta) ed i Mediterranei (sistema nervoso verso fibre muscolari a contrazione rapida). In altre parole senza l'incremento di fibre bianche, attraverso per esempio l'innesto di atleti neri, un settore difensivo come quello germanico non avrà forse il controllo facile degli avanti scattanti e tecnici mediterranei (Italia, Francia, Spagna, Portogallo ...).

5) Pogba. Che cosa c'è dietro, o meglio, dentro l'uomo Pogba che (per ora?) sconsiglia a lui di diventare un leader , e/o sconsiglia agli altri di farlo diventare un leader? Una questione solo di tenera età?

6) Portogallo 1. Trova l'affermazione in Parigi lo Stato occidentale dell'Ue che per ultimo ha cominciato il processo di modernizzazione, nel 1984, arenandosi ben presto per la delicata situazione finanziaria ed economica continentale; il potere d'acquisto in generale contenuto non farà lievitare a dismisura le vendite delle t-shirt e dei gadget della nazionale di calcio portoghese targati Nike. La multinazionale americana ha portato due squadre della sua scuderia a contendersi la partita di finale nel cuore del Vecchio Continente. Un ulteriore segnale di sfida alla storica competitrice tedesca Adidas.

7) Portogallo 2. Si afferma il Paese pallonaro dell'Europa Occidentale legato nell'immaginario di chi segue il gioco del calcio, al Brasile, al Sud-America. E qui si chiude il cerchio. La presenza di manodopera sudamerica nelle principali industrie calciofile private del Vecchio Continente è molto elevata. Personale che, tranne alcuni casi, non può essere distaccato tuttavia alle squadre nazionali pubbliche. Il livello tecnico medio non eccelso dell'evento Euro risente forse anche di ciò.
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