sabato 12 novembre 2016

“HO SOGNATO CHE QUESTE ELEZIONI NON FINIVANO MAI E NON DOVEVO PIU’ TORNARE A PREOCCUPARMI DEI MIEI PROBLEMI” (Freddura su “The New Yorker” ripresa da “Internazionale” del 4/10 Novembre 2016)




Il referendum sul destino del Regno Unito del 23 Giugno scorso, quello sui flussi migratori in Ungheria del 2 Ottobre ed ancòra la tornata elettorale di alcuni giorni addietro negli Stati Uniti d’America: esiti non in linea con le previsioni medie dell’Europa Occidentale (cittadini ed istituzioni) alla vigilia delle urne.

Perché?

Potremmo azzardare che le varie regioni nel Mondo stanno, alle rispettive velocità, seguendo più o meno un identico percorso: dal governo di uno (talvolta rappresentante anche la divinità sul Pianeta) si passa al governo dei pochi (la cosiddetta “oligarchia”) per giungere al “governo della gente”.

Ci diciamo sovente che la tecnologia in alcune aree ha accelerato o sta accelerando il processo. Meriterebbe tanto spazio di studio questo concetto. Tuttavia ora il punto è un altro: esso è il “governo della gente”.

Il “governo della gente” suona come la spiegazione sintetica della voce “democrazia” all’interno di un dizionario.

Il “governo della gente”, se riflettiamo, molto probabilmente è una di quelle espressioni che in Europa Occidentale viene enunciata con leggerezza, senza avere né la volontà, né il tempo di approfondirne i contenuti.
Essa diciamo che fa il paio in particolare con un’altra espressione che circolava in Europa Occidentale ai tempi della vacche grasse dell’economia reale (anni Ottanta): l’auspicio che i Paesi “emergenti”, quali per esempio il Brasile, la Cina, l’India ed ecc., raggiungessero quanto prima il tenore di vita ed il livello dei consumi della comunità europea occidentale.

Con la differenza tuttavia che mentre per ciò che concerne la seconda pronunzia “a vanvera” l’Europa Occidentale sta conducendo a fondo degli studi, prendendo anche coscienza di alcuni pro e contro (es. surriscaldamento climatico), e quindi sta in un certo senso correggendo il tiro, viceversa in merito al “governo della gente” non è del tutto fuori luogo sostenere che essa brancola nel buio.

Perché? Perché la gente è la gente: cittadini del Mondo, cittadini del “loro Mondo” (nazione, compreso l'elemento religioso) e cittadini del “proprio mondo” (la quotidianità).

Forse un giorno molto, molto lontano, allorché queste “tre cittadinanze” (la gente) si conosceranno, esse scopriranno anche come governarsi.
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