Il dibattito televisivo della
trascorsa sera di venerdì 30 Settembre sulla riscrittura di oltre 40 articoli
della Costituzione della Repubblica Italiana fra Gustavo Zagrebelsky (*) e
Matteo Renzi (**) suggerisce un titolo così surreale da renderlo di difficile
mutualizzazione dalla stampa, come avviene di regola per gli altri brani de
“l’edicola del dialogo”.
D’altronde, a rifletterci bene,
il confronto, per altro rimasto in linea generale nei binari dell’ “ascolto te
e poi parlo io” (fatto non molto diffuso nei dibattiti televisivi e non solo),
potremmo per certi versi definirlo surreale:
Ø Matteo Renzi, pensando di trovarsi di fronte
il costituzionalista, si era preparato e si è presentato come giurista;
Ø
Gustavo Zagrebelsky, pensado di trovarsi di
fronte il politico, si era preparato e si è presentato come politologo.
Se non fosse che la materia è
delicata e ci coglie in un momento storico di lunghissima transizione
difficoltosa, parafrasando l’espressione di Papa Francesco nella trasferta
caucasica in corso, potremmo parlare di una forma di “transgenderismo costituzionale”
sintetizzato nel titolo.
Domandando scusa per la
battuta, e premesso
a) che
i contenuti di una scaletta di un dibattito televisivo “in diretta”, per quanto
blindati, possono essere diciamo scompaginati dalle reazioni emotive (inconsce)
dei partecipanti;
b) che
il numero di articoli modificati oggetto della Riforma in parola è
significativo;
c) che
la funzione “pedagogica” della comunicazione forse non riesce ancòra ad ottenere
un’attenzione importante da parte delle redazioni,
molto probabilmente potrebbe essere sperimentata (magari dalla tv
pubblica, ove non mancano esempi di trasmissioni “sotto prova”) una struttura portante
del programma impostata in questi
termini:
* due voci fuori scena a leggere il testo in vigore e quello futuribile della norma;
* per ogni norma letta il commento cronometrato (con buon senso) da parte di ciascun esponente (quello del No e quello del Sì); un commento su quanto letto, con invito al secondo intervento di astenersi dal commento del precedente per concentrarsi sulla norma oggetto della Riforma.
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* due voci fuori scena a leggere il testo in vigore e quello futuribile della norma;
* per ogni norma letta il commento cronometrato (con buon senso) da parte di ciascun esponente (quello del No e quello del Sì); un commento su quanto letto, con invito al secondo intervento di astenersi dal commento del precedente per concentrarsi sulla norma oggetto della Riforma.
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(*) Gustavo
Zagrebelsky è un giurista italiano, giudice costituzionale dal 1995 al 2004 e
presidente della Corte costituzionale nel 2004
(**) Matteo
Renzi è un politico italiano. È presidente del Consiglio dei Ministri della
Repubblica Italiana dal 22 febbraio 2014, e segretario del Partito Democratico
eletto alle primarie dell'8 dicembre 2013
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