mercoledì 28 settembre 2016

“LA NOSTRA FORZA: LIBRI E PENNE” / Malala Yousafzai * (Il Corriere della Sera dell’11 Luglio 2013)



“LA NOSTRA FORZA: LIBRI E PENNE” / Malala Yousafzai * (Il Corriere della Sera dell’11 Luglio 2013)

INVESTIRE IN AFRICA, IL PIANO ITALIANO / African Act, il rilancio dell’Italia passa da qui (il Sole24ORE del 19 Settembre 2016)

“AIUTARE I MIGRANTI E’ UN DOVERE MORALE PER CHI CREDE NELLO SVILUPPO” / Werner Hoyer ** (Il Corriere della Sera del 19 Settembre 2016)



1) Sul tema dei bambini, degli uomini e delle donne giovani che sbarcano in Europa provenienti da altre terre, ci permettiamo di sintetizzare forse l’attuale sentire medio “equilibrato” nel Vecchio Continente, tralasciando in questa sede se venato o meno di egoismo:   
 
A) lo smarrimento, che si traduce nelle domande legate al "fare" (che cosa stanno facendo i politici? che cosa fanno qui gli immigrati?);

B) la speranza salvifica, che si traduce nella invocazione legata al "fare" (facciamo qualcosa a casa loro).

2) Domandiamoci ora: al di là dei grandi mali diffusi nel Mondo e conosciuti, qual è uno dei denominatori comuni "ordinari" di molte regioni (aree urbane, semi-urbane …) dalle quali provengono quei bambini, quelle donne, quegli uomini?  L'assenza di gruppi di persone autosufficienti, cioè la cui sopravvivenza non dipende da alcuno, che sia il volere del potere o la carità del benefattore di turno. Si potrebbe spendere la locuzione “ceto medio produttivo”, ma si presta a tante letture in parte fuorvianti.

3) Meditiamo ora su questo passo: per vivere l'immigrazione servono oggi in Europa:
a) un obiettivo (ragionevolmente a lungo termine);
b) lo strumento per raggiungerlo;
c) uno slogan;
d) idealismo (per sostenere l'obiettivo a lungo termine);
e) dei leader visionari (per traguardare le criticità ed il pessimismo).

4) Mettiamo ora insieme i tre punti precedenti ed otteniamo:

a) obiettivo: contribuire a costruire gruppi di persone autosufficienti nelle regioni extra-europee (Africa, Medio-Oriente);

b) strumento: la scolarizzazione permanente delle persone che sbarcano in Europa (loro malgrado), con sbocco retribuito nelle Organizzazioni non governative europee (possibilmente etiche) operanti nella  Cooperazione e Sviluppo Internazionale nei Paesi extra-europei (Africa, Medio-Oriente);

c) slogan: l'Europa, il più grande campus del Mondo per migliorare la Storia, piuttosto che: I teach you, Africa learns (io insegno a te, l’Africa apprende);

6) Le tre questioni che per certi versi angosciano:
- che cosa stanno facendo i politici?
- che cosa fanno qui gli immigrati?
- facciamo qualcosa a casa loro,
troverebbero molto probabilmente una risposta, un conforto.
Aspetto fondamentale per la tenuta di una convivenza relativamente equilibrata durante il lungo (lunghissimo) periodo di transizione.
Inevitabile.

7) La tempistica per il raggiungimento dei primi risultati (punto sub4/a) è, in modo obiettivo, difficilissimo da stabilire.
Quindi ogni cittadino europeo continuerebbe a svolgere il suo ruolo (il volontario, il polemico, il cliente delle prostitute, il businessman, lo scafista, il giudice ...), ma tutti i cittadini europei farebbero parte, con loro piacere o con loro dispiacere, come pratoganisti o come vittime, in modo attivo od in modo passivo, di un disegno europeo in materia di immigrazione enunciato, chiaro, conosciuto, con i pro ed i contro. Traghettando tutti insieme alla meno peggio.

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* Malala Yousafzai (Mingora - Pakistan, 12 Luglio 1997) è la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace, nota per il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili   e per il diritto all'istruzione - bandito da un editto dei Talebani - delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.

** Werner Hoyer (Wuppertal – Germania,  17 Novembre 1951) è un politico tedesco del Partito liberal democratico libero della Germania (FDP, attualmente in servizio in qualità di Presidente della Banca europea per gli investimenti (BEI).



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