Il referendum sul destino del
Regno Unito del 23 Giugno scorso, quello sui flussi migratori in Ungheria del 2
Ottobre ed ancòra la tornata elettorale di alcuni giorni addietro negli Stati
Uniti d’America: esiti non in linea con le previsioni medie dell’Europa Occidentale (cittadini ed
istituzioni) alla vigilia delle urne.
Perché?
Potremmo azzardare che le varie
regioni nel Mondo stanno, alle rispettive velocità, seguendo più o meno un
identico percorso: dal governo di uno (talvolta rappresentante anche la
divinità sul Pianeta) si passa al governo dei pochi (la cosiddetta
“oligarchia”) per giungere al “governo della gente”.
Ci diciamo sovente che la
tecnologia in alcune aree ha accelerato o sta accelerando il processo.
Meriterebbe tanto spazio di studio questo concetto. Tuttavia ora il punto è un
altro: esso è il “governo della gente”.
Il “governo della gente” suona
come la spiegazione sintetica della voce “democrazia” all’interno di un
dizionario.
Il “governo della gente”, se
riflettiamo, molto probabilmente è una di quelle espressioni che in Europa
Occidentale viene enunciata con leggerezza, senza avere né la volontà, né il
tempo di approfondirne i contenuti.
Essa diciamo che fa il paio in
particolare con un’altra espressione che circolava in Europa Occidentale ai
tempi della vacche grasse dell’economia reale (anni Ottanta): l’auspicio che i Paesi “emergenti”, quali per esempio il Brasile,
la Cina, l’India ed ecc., raggiungessero quanto prima il tenore di vita ed il
livello dei consumi della comunità europea occidentale.
Con la differenza tuttavia che mentre
per ciò che concerne la seconda pronunzia “a vanvera” l’Europa Occidentale sta conducendo
a fondo degli studi, prendendo anche coscienza di alcuni pro e contro (es.
surriscaldamento climatico), e quindi sta in un certo senso correggendo il
tiro, viceversa in merito al “governo della gente” non è del tutto fuori luogo
sostenere che essa brancola nel buio.
Perché? Perché la gente è la
gente: cittadini del Mondo, cittadini del “loro Mondo” (nazione, compreso
l'elemento religioso) e cittadini del “proprio mondo” (la quotidianità).
Forse un giorno molto, molto
lontano, allorché queste “tre cittadinanze” (la gente) si conosceranno,
esse scopriranno anche come governarsi.
__